Parliamo di terremoti

Definizione del fenomeno terremoto

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Immagine tratta da: http://nisee.berkeley.edu/kozak/ Images of Historical Earthquakes. The Jan T. Kozak Collection. Affresco nella Basilica Inferiore ad Assisi mostrante la miracolosa rinascita di un fanciullo ucciso da un terremoto (Scuola di Giotto, XIV secolo, Italia)

Concetti Fondamentali

I terremoti vengono spesso definiti come catastrofi naturali. Questa definizione non è del tutto esatta; quasi sempre gli aspetti catastrofici sono legati alle condizioni di impreparazione al terremoto in cui si trovano le opere costruite dall'uomo e ad una serie di omissioni dell'uomo rispetto all'ambiente costruito. Questo vale anche per gli altri tipi di cosiddette catastrofi naturali (frane, alluvioni, ecc..).
Il terremoto di per sè è un fenomeno naturale che fa parte del complicato funzionamento della "macchina" chiamata Terra e gli effetti sismici sono la prova più evidente della dinamica ancora attiva nel nostro pianeta.
I terremoti sono eventi naturali che avvengono nell'interno della Terra e che, in un tempo estremamente rapido, liberano energie considerevoli. Da un punto di vista comune, il terremoto (chiamato anche scossa tellurica, evento sismico, sisma; l'origine del termine deriva dal greco scuotimento) è definito come una serie di rapidi movimenti del terreno causati da fratture che si verificano (principalmente nelle rocce che costituiscono la litosfera (si vedano le sezioni "Tettonica a Zolle" e "Struttura Interna della Terra") in seguito all'accumulo di forti tensioni nel tempo (dalle decine alle migliaia di anni).
Il rilascio di energia può avvenire con una distribuzione temporale estremamente varia. Ad esempio:
 ●  scossa principale - repliche (mainshock-aftershocks)
      La scossa principale e' quella ad energia liberata superiore mentre le repliche liberano minore energia ed il loro numero descresce nel tempo;
 ●  precursori - scossa principale - repliche (foreshocks - main - aftershocks)
      I precursori sono scosse di energia inferiore rispetto alla principale, ed a volte in numero crescente man mano che si avvicina la scossa principale;
 ●  sciami di terremoti (swarms)
      Serie di scosse nelle quali non si riesce a distinguerne una principale; a volte si osserva un aumento e poi una diminuzione della loro frequenza.
Sarebbe opportuno definire repliche le scosse che nel linguaggio comune e giornalistico vengono definite di assestamento. In realtà, infatti, non vi è nulla che si assesti, ma si ha un continuo rilascio di energia.
L'energia che libera un terremoto si propaga in tutte le direzioni sotto forma di onde elastiche, comunemente chiamate onde sismiche. Il modo in cui si propagano le onde sismiche dipende in gran misura dal meccanismo di rottura e dalle caratteristiche dei mezzi attraversati.
In questo senso le scosse possono manifestarsi come oscillazioni orizzontali (il "terribile" termine scosse ondulatorie), ovvero come scosse verticali (l'altro "terribile" termine scosse sussultorie). Un terremoto genera entrambi i tipi di oscillazioni per cui non è molto corretto parlare di scosse ondulatorie o sussultorie.

I parametri più importanti per caratterizzare un terremoto sono l'ipocentro, l'epicentro, la magnitudo e l'intensità.
L'ipocentro, o fuoco del terremoto, è il luogo (per comodità spesso pensato come un punto) esatto in cui avviene la rottura, da cui partono le prime onde sismiche. In realtà, la frattura avviene lungo un piano più o meno vasto (anche qualche centinaio di chilometri), per cui pensare ad un punto è estremamente semplificativo. I terremoti si classificano a seconda della profondità dell'ipocentro in superficiali (sotto i 70 km), intermedi (tra 70 e 300 km) e profondi (oltre i 300 km, ed in genere al massimo sino a 600-700 km, a causa delle proprietà reologiche della Terra). L'epicentro di un terremoto è invece il punto sulla superficie terrestre situato sulla verticale dell'ipocentro. I sismogrammi sono le registrazioni grafiche del movimento della terra effettuate dagli strumenti chiamati sismografi.

Comunemente, le distanze tra fuoco (ipocentro) e stazione registratrice si esprimono con l'angolo (denotato con Delta) formato dall'arco compreso tra le congiungenti il centro della terra con la sorgente ed il ricevitore (1 grado = 111 km). In sismologia si parla di terremoti locali per gli eventi che distano fino a 1000 km (circa 10 gradi) dall'epicentro del terremoto, di terremoti regionali fino a circa 2000 km (20 gradi) e di telesismi per gli eventi oltre questa distanza. Alcuni autori pongono il limite per gli eventi regionali a 3000 km.

Per quel che riguarda magnitudo ed intensità troverete una descrizione nelle successive sezioni.

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